mercoledì 17 giugno 2009
Facebook regna
domenica 14 giugno 2009
Le edicole piangono davvero
Editoria. Crisi o non crisi? That is the question.
Se n'è parlato tanto, ma dati alla mano, è realmente così imponente?
Il sito http://www.primaonline.it/ , sito dedito al mondo dell'informazione, che si proclama strumento per capire cosa succede nel mondo dei giornali, della televisione, della pubblicità, dei nuovi media, della comunicazione pubblica, per seguire i progressi della multimedialità e della convergenza tra telecomunicazioni e tivù, alla voce "Dati e cifre" oltre a numeroso materiale riguardante tv, radio, internet, pubblicità e cinema presenta le tabelle di confronto relative alla vendita e diffusione media di quotidiani, settimanali e mensili italiani.
Consultando e confrontando le tabelle inerenti il periodo dal febbraio 2008 a quello 2009, in tutti e tre i casi di quotidiani, settimanali e mensili, ci si rende conto della fondatezza dell'allarme - crisi editoriale.
Nell'anno in esame, la grande maggioranza delle testate ha registrato una percentuale negativa sulle vendite rispetto l'anno precedente. Poche sono le eccezioni al positivo: nella categoria quotidiani per lo più vi sono quelli a diffusione locale e il quotidiano economico, giuridico e politico "Italia Oggi" che registra un +7,8 in percentuale (segno che la crisi monetaria si ripercuote sugli interessi dei lettori italiani?).
Per ciò che concerne i mensili la situazione pare più rosea: i dati in positivo sono maggiori. Gli italiani risultano comunque attenti in particolar modo a moda (Amica, Flair, Glamour, MarieClaire), salute (Come stai, Bimbi sani&belli) e in generale ai propri hobby(Gente motori, Casa in fiore, Due ruote). Ci sono però due considerazioni da fare: molti di questi titoli sono sovente venduti in abbinamento ad altri, che invece hanno registrato un indice negativo: a mio avviso, l'aumento di vendite per molti non è reale, o meglio, non corrisponde a una vera scelta indipendente del lettore in quanto questi l'ottiene "di conseguenza" avendo comprato una rivista a cui la prima s'è appoggiata per la vendita. In seconda analisi: l'aumento- vendite dei mensili è riconducibile a una scelta economica? Ovvero mi chiedo: quanti italiani in questo periodo avranno optato per una rivista con un prezzo d'acquisto alto, ma con un numero d'uscite limitato, per risparmio in confronto ad una rivista con un più consistente numero di uscite, che seppure venduta a minor prezzo avrebbe gravato maggiormente sulla spesa del lettore medesimo?
Tutte e tre le considerazioni trovano applicazione anche per ciò che concerne i settimanali: aumentano le vendite di titoli legate a moda, economia e gossip, ma anche in questa categoria le percentuali positive sono assai poche.
Ahimè la crisi c'è.. eccome!
Il giornalismo deve mirare alla qualità
Per superare la crisi, evidenziata altresì dal crollo degli investimenti pubblicitari, giornalisti, editori e stampatori sono giunti ad una soluzione comune: “la via d’uscita è nell’offerta di qualità e nella capacità di sfruttare le potenzialità del web che integra e non sostituisce l’informazione tradizionale” .
Malinconico, presidente degli editori, ha aggiunto: "la qualità è la forza” ed “é importante procedere su questa strada e pensare a come tutelare il contenuto editoriale" aggiungendo: "Le ristrutturazioni sono necessarie perché la situazione economica è pesante, però non bisogna depauperare i giornali delle risorse professionali che ci sono e che servono per mantenere alta la qualità”.
Alla conferenza è intervenuto anche Ferruccio de Bortoli, direttore de "Il Corriere della Sera": "È indubbio che stiamo vivendo una crisi congiunturale e strutturale che comporta un cambiamento profondo e che porta con sé anche molte opportunità; è necessario però cambiare il clima psicologico, siamo troppo pessimisti, dobbiamo dimostrarci capaci ogni giorno di essere più vicini ai nostri lettori sfruttando ad esempio il grandissimo valore della rete e della multimedialità". "È impensabile - ha detto - che sulla rete che ormai ha 22 milioni di utenti al giorno in Italia ci siano solo poche decine di giornalisti professionisti. Bisogna fare in modo che sia sempre più affermata la necessità di avere giornalisti professionisti anche sulla rete".
Sempre più vicini dunque alle previsioni di Rupert Murdoch, che sostiene l'impossibilità del continuare nella gratuità delle news on-line?
Windows7 senza Internet Explorer
sabato 13 giugno 2009
Webby Awards: i premi del web
Grazia edito in 15 Paesi entro fine anno
11 Giugno 2009 la notizia è fresca fresca: il settimanale femminile Grazia, edito dal 1936 da Mondadori, entro la fine dell'anno giungerà nelle edicole di Francia, Thailandia ed Indonesia, portando così a 14 il numero dei Paesi esteri ove la rivista è pubblicata.
«Rappresenta un caso unico nel panorama mondiale dei periodici», nota Maurizio Costa, vicepresidente e amministratore delegato di Mondadori; aggiunge: «Pur in un anno molto difficile per l’editoria mondiale questi nuovi progetti di lancio sono una testimonianza concreta della nostra fiducia nel futuro del mercato dei magazine e, soprattutto, nelle potenzialità di sviluppo anche a livello internazionale dei brand più autorevoli, come nel caso di Grazia».
Difatti, in questi giorni a Milano si sta svolgendo il "Grazia Global Conference", congresso che vede impegnati direttori, responsabili marketing e pubblicità, publisher e quant'altri di tutte le edizioni, nella formulazione e individuazione dei punti nevralgici espressivi e contenutistici della rivista stessa da riproporre nelle nuove edizioni internazionali.
Il caso Grazia, riprendendo le parole di Costa, è davvero unico: oltre essere una delle rare riviste nostrane ad avere altre edizioni internazionali, dai dati pubblicati dal sito http://www.primaonline.it/ , riguardanti i valori di diffusione media e totale vendita dell'editoria cartacea italiana, risulta che fra il Febbraio 2008 e quello 2009 Grazia ha avuto una perdita sulle vendite di circa l'1%.
Signori miei, la domanda sorge spontanea: quella di sbarcare in altri Paesi, è dunque manifestazione di vera fiducia nel settimanale, riportando le parole di Costa, presentimento di fine della crisi che l'editoria mondiale sta subendo, o semplicemente un'affannata e disperata manovra di marketing che mira all'aumento del valore marca - Grazia?
Purtroppo la verità non c'è dato saperla, ma ci rimane sempre il beneficio del dubbio.
lunedì 1 giugno 2009
La rosa dei Browser e i guai di Microsoft
Rimane da chiedersi come effettivamente verrà risolta questa controversia.
Sicuramente si farà riferimento al principio fondamentale della libertà di scelta, libera da condizionamenti, dell'utente.
L'ipotesi più accreditata è quella di far decidere all’utente, al primo utilizzo del sistema operativo, quali browser installare e quale configurare come predefinito. Nella lista delle possibilità ovviamente dovranno comparire i principali browser concorrenti come ad esempio Opera, Firefox, Safari, Chrome.