domenica 14 giugno 2009

Le edicole piangono davvero


Editoria. Crisi o non crisi? That is the question.
Se n'è parlato tanto, ma dati alla mano, è realmente così imponente?
Il sito http://www.primaonline.it/ , sito dedito al mondo dell'informazione, che si proclama strumento per capire cosa succede nel mondo dei giornali, della televisione, della pubblicità, dei nuovi media, della comunicazione pubblica, per seguire i progressi della multimedialità e della convergenza tra telecomunicazioni e tivù, alla voce "Dati e cifre" oltre a numeroso materiale riguardante tv, radio, internet, pubblicità e cinema presenta le tabelle di confronto relative alla vendita e diffusione media di quotidiani, settimanali e mensili italiani.
Consultando e confrontando le tabelle inerenti il periodo dal febbraio 2008 a quello 2009, in tutti e tre i casi di quotidiani, settimanali e mensili, ci si rende conto della fondatezza dell'allarme - crisi editoriale.

Nell'anno in esame, la grande maggioranza delle testate ha registrato una percentuale negativa sulle vendite rispetto l'anno precedente. Poche sono le eccezioni al positivo: nella categoria quotidiani per lo più vi sono quelli a diffusione locale e il quotidiano economico, giuridico e politico "Italia Oggi" che registra un +7,8 in percentuale (segno che la crisi monetaria si ripercuote sugli interessi dei lettori italiani?).

Per ciò che concerne i mensili la situazione pare più rosea: i dati in positivo sono maggiori. Gli italiani risultano comunque attenti in particolar modo a moda (Amica, Flair, Glamour, MarieClaire), salute (Come stai, Bimbi sani&belli) e in generale ai propri hobby(Gente motori, Casa in fiore, Due ruote). Ci sono però due considerazioni da fare: molti di questi titoli sono sovente venduti in abbinamento ad altri, che invece hanno registrato un indice negativo: a mio avviso, l'aumento di vendite per molti non è reale, o meglio, non corrisponde a una vera scelta indipendente del lettore in quanto questi l'ottiene "di conseguenza" avendo comprato una rivista a cui la prima s'è appoggiata per la vendita. In seconda analisi: l'aumento- vendite dei mensili è riconducibile a una scelta economica? Ovvero mi chiedo: quanti italiani in questo periodo avranno optato per una rivista con un prezzo d'acquisto alto, ma con un numero d'uscite limitato, per risparmio in confronto ad una rivista con un più consistente numero di uscite, che seppure venduta a minor prezzo avrebbe gravato maggiormente sulla spesa del lettore medesimo?

Tutte e tre le considerazioni trovano applicazione anche per ciò che concerne i settimanali: aumentano le vendite di titoli legate a moda, economia e gossip, ma anche in questa categoria le percentuali positive sono assai poche.

Ahimè la crisi c'è.. eccome!

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